L’immagine
sullo schermo del televisore ultrapiatto di ultimissima generazione si allargò
sino a mostrare una panoramica di Times Square, a New York, dove il volto del
Teschio Rosso riempiva ogni singolo schermo.
<<Buon giorno, America. L’ultimo
giorno della vostra tanto vantata libertà: prima che il sole tramonti sulla
vostra disgustosa nazione, un Quarto Reich sorgerà per rimpiazzarla. Ho il
completo controllo di tutte le Sentinelle. Assieme, queste meraviglie della
robotica hanno una potenza di fuoco sufficiente a radere al suolo tutte le
maggiori metropoli americane... le Sentinelle uccideranno un milione di persone
per ogni ora che il Presidente degli Stati Uniti sprecherà prima di comunicare
la resa incondizionata. E se i cosiddetti super-eroi, specialmente quella cagna
di Capitan America, avessero intenzione di fermarmi, ho un ultimo messaggio per
loro.>>
Ci
fu un attimo di silenzio come se il supercriminale nazista stesse assaporando
l’effetto delle sue parole.
La
donna che stava guardando la trasmissione strinse i pugni e sbiancò in volo
nell’udire ultime parole del pazzo:
<<Questo messaggio è registrato. Le Sentinelle stanno attaccando Washington in questo momento.>>
Lo schermo si oscurò ed in quel momento la donna udì la voce di una bambina che chiamava da fuori:
<Mamma, Mamma!>
Corse in giardino col cuore in gola. Una bambina bionda di circa cinque o sei anni che le assomigliava tantissimo con una mano stringeva al petto una bambola e con l’altra indicava il cielo.
<Mamma, cosa sono quelle?> chiese
Uno stormo, o forse sarebbe stato più corretto definirle uno sciame, di Sentinelle stava riempiendo il cielo volando in direzione della capitale degli Stati Uniti.
“Quel pazzo lo ha fatto sul serio.” Pensò Sharon Carter mentre stringeva istintivamente a sé sua figlia e provava come raramente le era capitato, un brivido di autentico terrore.
CREPUSCOLO ROSSO
(PARTE SECONDA)
IL SOLDATO
Di
Carlo Monni, Fabio Furlanetto
& Carmelo Mobilia
Continua da Vendicatori 89
Nei
cieli sopra Washington D.C.
Per quanto il Quinjet dei Vendicatori fosse uno
dei mezzi aerei più veloci in circolazione, ci mise comunque troppo a giungere
sul posto… ormai le Sentinelle erano arrivate e si erano posizionate nei punti
chiave della città, dove il panico ormai regnava sovrano.
Per fortuna … o più probabilmente per calcolo
del loro padrone, le Sentinelle non avevano ancora compiuto atti di aperta
ostilità ma tutti erano consapevoli che non sarebbe durata. La minaccia del
Teschio Rosso era chiara: entro un’ora le Sentinelle avrebbero ucciso un
milione di persone ed il Teschio non era mai stato tipo da parlare a vanvera.
Le prime ostilità si aprirono quando un paio
di Sentinelle posizionate vicino al Campidoglio abbatterono dei caccia
decollati da una vicina base, chiarendo una volta per tutte che la loro
direttiva primaria non era più il contenimento o eventualmente lo sterminio dei
soli mutanti.
Fu a quel punto che il Quinjet comparve. A bordo
c’erano i Vendicatori più forti al momento attivi: Ercole, la Valchiria,
Polaris, Scarlet e Quicksilver. Con loro due ospiti di eccezione: il Comandante
Steve Rogers, altrimenti detto Super Soldato, e Nomad, membri dei cosiddetti
Vendicatori Segreti.
Solo poco più di un’ora prima si trovavano
tutti alla base dei Vendicatori per discutere dei piani del Teschio Rosso, ma
soprattutto, almeno per alcuni di loro, del fatto che Steve Rogers, l’originale
Capitan America, fosse ancora vivo.
Le discussioni al riguardo erano state
accantonate quando era arrivata la notizia della minaccia del Teschio Rosso ma
non per questo certe tensioni si erano allentate. Steve poteva chiaramente
sentire l’ostilità repressa di chi si era sentito tradito da un amico, come Quicksilver,
o la diffidenza di chi, come Polaris, non capiva chi fosse questo nuovo venuto
che i veterani sembravano conoscere bene. Per fortuna almeno Scarlet e Ercole
sembravano ben disposti nei suoi confronti.
Fuori dal Quinjet, Iron Man stava volando verso
le Sentinelle
<<Per ora tutto bene. Questi giganti non danno
segno di attività almeno per ades…>>
Una delle Sentinelle alzò la testa verso di
lui e recitò con voce monocorde:
<<Rilevata presenza in avvicinamento.
Identificazione avvenuta: Iron Man. Definizione: nemico. Azione suggerita:
terminazione.>>
Due raggi gemelli partirono dagli occhi della
Sentinella e colpirono il Vendicatore Dorato che venne sbalzato indietro ma
dopo un attimo riguadagnò stabilità.
<<Uno di questi giorni imparerò a tenere la bocca
chiusa.>>
Così dicendo volò a gran velocità verso le
Sentinelle davanti a lui. Cercò di dire qualcosa al resto del gruppo, ma tutto
ciò che si sentì nel Quinjet erano solo scariche. Steve Rogers non perse tempo,
slacciandosi la cintura di sicurezza ed attivando lo scudo energetico.
<Polaris, tu ed Iron Man siete gli unici a
poter volare: cercate di ridurre al minimo il numero di Sentinelle che
atterrano. Ercole, Valchiria, la maggior parte delle Sentinelle si concentrerà
sulle sedi governative: cercate di attirare il fuoco nemico per dar modo
all’esercito e all’aviazione di contrattaccare. Scarlet, Quicksilver, difendete
la popolazione dal resto delle Sentinelle. Nomad, seguili dopo aver fatto
atterrare il Quinjet, non ha abbastanza manovrabilità per uno scontro aereo del
genere>
<E tu cosa hai intenzione di fare?>
chiese Nomad, preoccupandosi alla vista di Steve che apriva il portellone.
<Vi raggiungo subito. Vado a dare una mano
ad Iron Man> rispose il Comandante, gettandosi nel vuoto.
<Ma chi è quel tipo e chi si crede di
essere per dare ordini a noi?> chiese Polaris.
<Uno che sa quel che fa.> rispose
Scarlet con un sorriso.
Polaris storse la bocca; a lei il modo di fare
di quel Rogers ricordava l’atteggiamento autoritario di Ciclope, ma doveva
ammettere che Scott Summers sapeva quasi sempre quel che faceva. Inoltre… non
sapeva dire perché, ma quell’uomo così audace le ispirava fiducia.
Pentagono,
Contea di Arlington Virginia.
Il colonnello Michael Rossi era decisamente
arrabbiato e preoccupato.
<Io li avevo avvertiti ma non mi hanno mai
voluto ascoltare ed ecco il risultato.> stava dicendo camminando avanti e
indietro per l’ufficio in cui si trovava.
<Si calmi colonnello.> gli si rivolse
il suo superiore nella sezione della D.I.A.[1] che si
occupava di minacce superumane Contrammiraglio Henry H. Nelson <Non risolve
niente così e ci serve lucido. Lei è il miglior esperto delle Sentinelle al
Dipartimento della Difesa ed è per questo che abbiamo bisogno di lei.>
<Quello che sapevo delle Sentinelle è
ormai obsoleto ed è stato il Teschio Rosso a renderlo tale. Tutto quello che mi
sento di dire adesso è che abbiamo costruito gli strumenti della nostra stessa
distruzione e non possiamo incolpare nessun altro.>
L’uomo dai capelli castani seduto davanti
alla scrivania di Nelson e che giocherellava distrattamente con la sua pipa
prese la parola:
<Anch’io ho avuto a che fare con le
Sentinelle, Colonnello, e so che possono essere sconfitte.>
<Onestamente, dottor Corbeau…> replica
Rossi <… quanta parte crede che abbia avuto la fortuna nei precedenti
scontri degli X-Men contro quei maledetti robot?>
E Peter Corbeau, eminente fisico, Premio
Nobel per i suoi studi sull’attività solare e creatore del progetto Starcore
non seppe cosa rispondere.
<Tutto questo non sarebbe accaduto se
ottusi burocrati aizzati da gente come lei, Rossi, non mi avessero costretto ad
interrompere la produzione delle Sentinelle.>
A parlare era stato un uomo alto e robusto,
stempiato ma con lunghe basette di stile ottocentesco Il suo nome era Sebastian
Shaw e fino a poco tempo prima le sue industrie erano l’esclusivo fornitore al
Governo delle micidiali Sentinelle. Dopo un attimo di pausa riprese a parlare:
<Se mi aveste consentito di produrre le
Sentinelle di tipo Nimrod, ora avremmo…>
<Un intero esercito di robot assolutamente
invincibili e indistruttibili al servizio del Teschio Rosso, perché è questo
che sarebbe accaduto, Shaw: il Teschio si sarebbe impadronito anche dei Nimrod.
Come crede che abbia ottenuto i codici di attivazione delle Sentinelle? Glieli
ha forniti di certo qualche traditore, qualcuno che forse si trova in questo
stesso palazzo.>
<Non penserà che io…>
<Io non penso niente.> tagliò corto
Rossi <Il mio compito è scoprire chi sono i traditori che si sono venduti al
Teschio Rosso, il vostro, Dottor Corbeau e Mister Shaw, e trovare un modo di
neutralizzare quei mostri là fuori prima che sia troppo tardi.> lanciò uno
sguardo preoccupato fuori dalla finestra. <Sempre che non lo sia già.>
concluse.
Washington
D.C.
Fu necessario un colpo di repulsori alla
massima potenza per far saltare in aria la testa della prima Sentinella, ma
Iron Man sapeva che sarebbe servito ben altro per le successive: una delle
caratteristiche più frustranti di queste macchine di distruzione era la loro
capacità di adattarsi alle circostanze.
Una seconda Sentinella lo afferrò tra le
gigantesche mani, iniziando a fare pressione. Fu necessario utilizzare tutta
l’energia disponibile per potenziare l’esoscheletro solo per non essere
stritolato; la Sentinella non aveva questa limitazione, ed iniziò ad attivare
gli emettitori di raggi sui palmi delle sue gigantesche mani.
Il radar mostrò qualcosa atterrare sulla
testa del robot. Iron Man capì che cosa fosse solo quando lo scudo energetico
del Comandante Rogers colpì il collo della Sentinella, costringendola ad usare
le mani per liberarsi del nuovo nemico.
Invece, ora che Iron Man era libero, la
Sentinella si ritrovò con un pugno all’interno dell’occhio ed una scarica da
cinquantamila volt all’interno del cervello.
<<Vedo che sei ancora allergico ai
paracadute>> commentò il Vendicatore in armatura, afferrando Rogers per una mano per
impedirgli di precipitare al suolo.
<Stanno interferendo con le nostre comunicazioni
per rendere più difficile una difesa coordinata. Pensi di poter fare qualcosa
in materia?>
<<Non durante una battaglia>>
<Tieni questo. Ho un alleato che potrebbe
esserti d’aiuto> disse Rogers, togliendosi un microscopico auricolare
dall’orecchio e porgendolo al vecchio compagno di squadra, prima di gettarsi
nuovamente nel vuoto.
Un campo di forza magnetico bloccò il colpo
energetico di una nuova Sentinella; Polaris si avvicinò ad Iron Man mentre
quest’ultimo collegava l’auricolare al casco.
<Ci pensi tu ad impedire che il biondo si
sfracelli al suolo o vuoi che ci pensi io?> chiese la mutante dai capelli
verdi.
<<Non ce n’è bisogno, Rogers sa pensare a se
stesso. Lorna, hai già avuto a che fare con le Sentinelle in passato...qualche
idea?>>
<Dobbiamo tenerle separate: una Sentinella
è pericolosa, un loro esercito è quasi invincibile>
Quasi in risposta, un nuovo squadrone
robotico spuntò dall’orizzonte. I due Vendicatori si predisposero in posizione
da battaglia, schiena contro armatura.
<<Ottimo suggerimento. Qualche idea sul
come?>>
Un ciclone umano rallentò la caduta del
Comandante Rogers, con il vantaggio aggiuntivo di scagliare via una Sentinella.
Un raggio energetico si abbatté sullo scudo, per rimbalzare addosso ad un
secondo robot. Ancora disorientato per l’atterraggio, Rogers non fece in tempo
ad evitare di trovarsi sotto il gigantesco stivale di una Sentinella.
<<Bersaglio primario identificato. Azione
suggerita: ERRORE FILE NON TROVATO>>
La Sentinella perse l’equilibrio e cadde
maldestramente: il suo sistema operativo si era completamente bloccato da un
secondo all’altro. Una donna in costume porse la mano guantata di rosso al
Comandante Rogers per aiutarlo a rialzarsi.
<Scommetto che questo è meglio che
lavorare come spia. Dì la verità, Steve, questo genere di avventure ti
mancava> lo stuzzicò Scarlet.
<Sentivo la vostra mancanza. Un po’ meno
rischiare di essere calpestato da robot giganti> ammise Steve.
<Sai, in fondo è bello essere di nuovo in
azione con te, mi ricorda i vecchi tempi, quando i Vendicatori in servizio
eravamo io te, Clint e Pietro.>
<Che vi suggerisce di pensare meno al
passato e più al presente.> intervenne Quicksilver <Mi auguro che il
nostro stimato comandante abbia qualche idea su cosa fare riguardo queste
mostruosità.>
<Mi piacerebbe, Pietro, ma la verità e che
al momento non davvero ho la più pallida idea di cosa fare.> ammise,
sconsolato, Steve.
Base
dei Vendicatori Segreti
La giornata di Amadeus Cho era iniziata nel
peggiore dei modi. Non solo l’adolescente di origini coreane era stato
svegliato di prima mattina dall’allarme, non solo aveva saltato la colazione,
ma si era ritrovato in mezzo ad un vero incubo organizzativo.
Da quasi un’ora cercava senza successo di
comunicare con i suoi compagni di squadra; sapeva degli scontri di Washington
solo perché aveva avuto acceso alle comunicazioni SHIELD, ed anche quelle erano
nel caos.
<<C’è qualcuno su questo canale?>> chiese una voce
elettronica; a giudicare dalla frequenza, stava parlando dal comunicatore del
Comandante Rogers.
<Questa è una frequenza riservata; chi sta
parlando?> chiese Amadeus.
<<Sono Iron Man. Immagino che tu sia l’esperto
informatico dei Vendicatori Segreti?>>
<Esperto informatico!? Sono la settima
persona più intelligente del mondo!>
<<Davvero? Rogers si è reclutato un Tony Stark
dei poveri?>>
<Un cosa!? Hey, posso disabilitare la tua
armatura da remoto in trenta modi diversi!!!>
<<Puoi scrivere un codice di decrittazione
autocorrettivo che centralizzi il controllo di tutte le maggiori reti
satellitari mentre io combatto un esercito di robot volanti?>>
<Ad occhi chiusi>
<<Bene. Lucidati gli occhi con questo,
allora>> aggiunse Iron Man; non appena finì la frase, sullo schermo di Amadeus lampeggiò
una scritta che lo lasciò letteralmente a bocca aperta.
CANALE DI
EMERGENZA: PRIORITÀ VENDICATORI LIVELLO 1
<Questo...questo è...>
<<La password è Y1NS3N. Ripristina le
comunicazioni negli Stati Uniti e coordina l’azione degli altri eroi>>
<Questo mi dà accesso a tutte le fonti di
informazione federali e al database dello SHIELD!!!>
<<Lo so. Pensi di riuscire ad evitare di
sbavarci sopra per abbastanza tempo da usarlo?>>
<Non capisci? Analizzando il flusso di
dati posso estrapolare la fonte del segnale di controllo e scoprire dove si
trova la base del Teschio Rosso!!!>
<<Io...non ci avevo pensato>> è costretto ad
ammettere Iron Man.
<Non è un problema...non tutti possono
essere la settima persona più intelligente del mondo. Non hai dei robot giganti
da prendere a pugni, adesso?>
<<Hm. Buona fortuna, ragazzo>> concluse il
Vendicatore.
Amadeus Cho afferrò una barretta di
cioccolata da una delle tasche e si sfregò le mani prima di iniziare a lavorare
forsennatamente alla tastiera.
<Bene bene, mister super-nazi... vediamo
un po’ come te la cavi contro il ventunesimo secolo...>
Washington
D.C.
Il portellone del Quinjet si aprì mentre
erano ancora in volo e il semidio Ercole e Brunhilde si lanciarono contro i
colossi di metallo.
<Che il grido risuoni, sollevando i cuori
degli innocenti e terrorizzando quello dei malvagi.... VENDICATORI UNITI!>
urlò Ercole mentre i suoi pugni colpivano una delle Sentinelle con una potenza
tale da sfondargli il cranio.
<Midgard è sotto la mia protezione.
Assaggerete la lama indomita di Dragonfang!> esclamò la Valchiria, mentre
con la suddetta spada squarciava il rivestimento d’acciaio dei robot, facendo
fuoriuscire circuiti e scintille. Nei pressi del Mausoleo di Lincoln, intanto,
Polaris e Iron Man raggiunsero Steve e gli altri.
<<Vedo che state bene.>> disse il
Vendicatore Corazzato <<Quei due…>> indicò Ercole e la
Valchiria <<… se
la stanno cavando meglio di noi, pare.>>
<Ci vuole di più di qualche spacconata
mitologica per battere le Sentinelle> commentò Quicksilver.
<Non l’avrei detto così ma è vero, neppure
loro possono farcela da soli. Polaris, non c’è modo di avvisare gli X-Men?>
chiese Steve con tono autoritario.
<Non c’è stato verso. Dall’istituto Xavier non risponde nessuno. Devono
essere tagliati fuori in qualche missione.> rispose Lorna Dane.
<Steve, ho avvisato Simon appena prima di
partire. Sta arrivando.> disse Scarlet.
<Ben fatto Wanda. Il sostegno di Wonder
Man ci sarà indubbiamente d’aiuto. Iron Man, notizie dai Fantastici Quattro?>
<<Ti vorrei ricordare, Rogers, che non sei tu
a dare ordini in questa squadra>> replicò il Vendicatore corrazzato con tono
stizzito <<Comunque
ho già pensato a contattarli, ma una registrazione di Reed mi ha detto che sono
nello spazio. Niente neanche dagli Ovest: si trovano a Madripoor in questo
momento. Ma ho contattato un vecchio amico per darci una mano...>>
<E chi sarebbe ‘sto fenomeno?> chiese
Nomad infastidito dal tono di Iron Man.
<Si riferisce a War Machine.> intuì
Wanda <Ottima mossa, Testa di Ferro.>
Da
qualche parte nel Mar dei Caraibi.
Il sottomarino con la grossa A su entrambe le
fiancate procedeva silenzioso a diverse miglia di profondità verso la sua meta.
A bordo tre membri del gruppo di eroi più potenti della Terra, Occhio di Falco,
Wasp, Capitan America, e tre del gruppo informalmente noto come Vendicatori
Segreti; il Soldato d’Inverno, la Vedova Nera e Donna Maria Puentes.
La ragazza che al momento rispondeva al nome
di Capitan America non riusciva a nascondere il suo nervosismo. Stava per
entrare in azione al fianco di una vera leggenda vivente: uno degli uomini al
suo fianco, il cui volto era parzialmente nascosto da una mascherina domino e
che se ne stava in un angolo pensieroso. Poteva anche farsi chiamare Soldato
d’Inverno adesso, ma altri non era che Bucky il leggendario primo compagno
d’avventure di Capitan America. “Buffo.” Pensò Liz Mace “La coppia Capitan
America e Bucky tona in azione ma stavolta io sono la novellina e lui
l’esperto.”
Donna Maria ebbe l’ardire di domandare:
<Ragazzi, io ho già avuto a che fare col
Teschio Rosso... anni fa, nel mio paese, insieme... al Cap originale. Dio solo
sa quali mostruosità ci attendono su quell’isola.>
Yelena Belova, che fino ad allora era rimasta
in silenzio, chiese:
<Qualcosa come un’isola semovente capace
di restare invisibile anche ai radar ed ai satelliti, per esempio. Come ha
fatto il Teschio Rosso ad avere una tecnologia del genere… così… così
avveniristica con decenni di anticipo?>
Fu Bucky a rispondere:
<Poco dopo l’inizio della Seconda Guerra
Mondiale una navicella aliena cadde nelle campagne tedesche. Gli scienziati al
comando del Teschio Rosso ne studiarono la tecnologia e ne ricavarono quelle
che per l’epoca erano vere e proprie meraviglie da usare contro di noi.>[2]
<Le famose macchine di morte del Teschio,
giusto?> lo interruppe Wasp, poi guardò gli altri <Beh che c’è? Mi ero
informata un po’ quando abbiamo combattuto Zemo e i Signori del Male.>[3]
Bucky Barnes accennò ad un sorriso e replicò:
<Esatto. Per nostra fortuna ne produssero
poche, e a quelle poche pensammo noi Invasori e gli altri eroi mascherati, o il
corso della guerra sarebbe cambiato.>
<Ne avete avuto di avventure. Tu e il
primo Capitan America vi siete scontrati parecchie volte col Teschio Rosso, se
non sbaglio.> disse Yelena.
<Anche troppe, e qualcuna anche insieme
agli Invasori. Ricordo che una volta il Teschio riuscì a catturarli tutti
tranne me e con una di quelle macchine infernali di cui parlavo fece loro il
lavaggio del cervello per porli al suo servizio. Rimasi libero solo io e per
sconfiggerli e riportarli alla normalità fui costretto a radunare altri eroi e
raggrupparli nella Legione della Libertà.>[4]
<Mio nonno era nella Legione della
Libertà.> disse Cap.
Lo sguardo di Bucky esprimeva un misto di
sorpresa e soddisfazione.
<Davvero? E chi era? No… non dirmelo, ci
arrivo da solo. Ce n’era solo uno senza superpoteri tra loro ma aveva un
coraggio ed una determinazione da far invidia allo stesso Cap: sei la nipote
del Patriota.>
<Esatto.> replicò Liz <Mi parlava
spesso di quei giorni quando ero bambina.>
<E dov’è adesso?>
<È morto anni fa.> rispose lei con voce
triste abbassando lo sguardo.
<Mi dispiace. Ultimamente lo sento dire
spesso di tanta gente che ho conosciuto. A volte penso che essere sopravvissuto
al mio tempo non sia questa gran cosa dopotutto.>
<Sentirlo parlare della Guerra come se
fosse accaduta ieri mi ricorda tanto Steve... a te no, Clint?> bisbigliò
Wasp all’orecchio di Occhio di Falco.
<No.> sentenziò bruscamente lui. Era
ancora irritato dalla rivelazione che Steve fosse ancora vivo e che glielo
aveva tenuto nascosto. Ma perché lo aveva tenuto all’oscuro? Non si fidava di
lui? Dopo tutto quello che avevano passato? Il pannello di controllo iniziò a
“bippare” richiamando la sua attenzione.
<Ci siamo.> esclamò Occhio di Falco
<Siamo arrivati nel punto indicato da Amadeus Cho.>
Washington
DC.
Come nei film, arrivò la cavalleria ad
aiutare i Vendicatori: il superuomo ionico Wonder Man e l’altro Vendicatore
corazzato, Jim Rhodes alias il potente War Machine. Grazie alla potenza di
fuoco di cui disponeva Rhodey rendeva giustizia al suo nome di battaglia,
attaccando le Sentinelle raggi, missili e proiettili di vario genere, dando
sostegno ai caccia militari. Simon Williams dal canto suo aveva una forza tale
da competere con lo stesso Ercole, ma in più aveva la facoltà di volare che lo
rendeva quasi invincibile.
Mentre colpiva una delle Sentinelle però la
cosa che più gli premeva chiedere era:
<È davvero Steve quello a terra?>
domandò con curiosità.
<L’unico e solo. Non c’è stato tempo per
avvisarti, amore.> gli rispose Scarlet, parlando nell’auricolare.
<Già, in questi due anni non ha mai
trovato il tempo di rivelarcelo> aggiunse polemicamente suo fratello
Quicksilver, udendo la conversazione.
<<Non è questo il momento. Rimanete
concentrati!>> li richiamò all’ordine Iron Man.
<Invero, codeste creature di metallo sono
assai potenti... ma il Leone dell’Olimpo impedirà loro di seminare altra morte
e distruzione!> si vantò Ercole, afferrando una delle gambe di una delle
Sentinelle e stringendola così forte da ridurla a brandelli. Per farlo dovette
dare le spalle ad un’altra per qualche istante di troppo; quando se ne accorse
e si voltò, invece dei raggi laser mortali vide però una scintilla correre
lungo tutto il corpo del gigante, fino a quando una dea non atterrò di fronte a
lui brandendo una spada.
<Il Leone d’Olimpo parla troppo>
sentenziò la Valchiria, all’ombra della Sentinella ora immobile.
Quando la Valchiria ripose la spada
Dragonfang, la Sentinella si divise in due parti uguali, che precipitarono
rumorosamente al suolo.
<Invero, un’arma simile è degna dell’opera
di Efesto> si complimentò Ercole, che non ebbe molto altro tempo per gioire:
le Sentinelle avevano identificato i due Vendicatori mitologici come una
minaccia prioritaria, ed ora si stavano ammassando attorno a loro.
<Sfortunatamente, dovrò accontentarmi di
un’arma più rozza> disse Ercole, afferrando una parte della Sentinella
tagliata a metà dalla Valchiria...ed usandola come gigantesca clava per
assalire gli altri robot.
Ancora ai comandi del Quinjet, Nomad aveva
seguito parte della loro conversazione via radio, pensando che a quei due non
servisse la radiocronaca; anche dall’alto lo spettacolo della battaglia era ben
visibile.
“Adesso però è ora di mostrare a questi
superuomini che cosa sa fare un ragazzo del Connecticut.” pensò, impennando la
navetta verso l’alto. Poi all’improvviso fece una virata verso il basso,
puntando a tutta velocità una delle Sentinelle.
<Jack... come… cosa ...> sospirò Steve
vedendo il jet compiere quella manovra <NO! NON FARLO!>
Il Quinjet andò a sfracellarsi contro il
colosso come un enorme proiettile, provocando una grande esplosione che
distrusse completamente il tronco del robot, facendolo precipitare in terra.
<JACK NO!> gridò ancora Rogers,
spaventato per il fato del suo partner. Fortunatamente, pochi istanti dopo, la
voce nell’auricolare lo rassicurò:
<Non fare la vecchia zia, Steve... è tutto
ok> disse Nomad < Ho calcolato ogni cosa... ci ha pensato la pupa coi
capelli verdi a proteggermi!>
<Il mio nome è Lorna... chiamami ancora
pupa e ti faccio sfracellare sull’asfalto, intesi?>
<Come vuoi, Lorna...>
<Mi hai fatto prendere un colpo... che
bisogno c’era di quella manovra kamikaze?>
<E lasciare tutto il lavoro al greco e
alla scandinava? Non è il mio stile...>
<Ringrazia che sono troppo sollevato che
tu stia bene, Jack...>
<Aw, non mi firmerai più le
giustificazioni, allora?>
Isola
del Teschio.
La prima cosa da fare era infiltrarsi oltre
le difese dell’isola senza essere notati. Della cosa si occuparono il Soldato
d’Inverno e la Vedova Nera, i soli in quel gruppo specificamente addestrati per
quel tipo di azione.
Ci furono alcune discussioni al riguardo, ma
tutto il gruppo decise di affidarsi alle loro abilità nello spionaggio. Non
senza, però, che prima della loro partenza Occhio di Falco sbottasse:
<Vorrei farvi notare che a bordo sono il
Vendicatore con maggior anzianità – viste le attuali condizioni di Wasp – e
dunque sono io che do gli ordini. Rogers o non Rogers! Dividere la squadra non
è una buona idea.>
<E io vorrei farti notare che sono nel
giro da più tempo di te e che ho alle mie spalle un maggior numero di scontri
con il Teschio Rosso.> replicò Bucky Barnes
<Ben detto.> gli fece coro Yelena
Belova.
<Non sono d’accordo> intervenne Janet
<Ridotta alle dimensioni di vespa potrei…>
<Da quel che ricordo del Teschio Rosso,
probabilmente ha predisposto degli allarmi specifici per te e per gli altri
Vendicatori che possono cambiare di dimensione, ma sono certo che non abbia
pensato a me o alla Vedova. Non sa nemmeno che esistiamo.> insistette il
Soldato d’Inverno.
<Non essere troppo sicuro di te.>
intervenne Donna Maria <So per certo che anche gli agenti del Mossad[5] hanno
fallito nel sorprenderlo e loro hanno fama di essere i migliori del mondo in
queste cose.>
Bucky si concesse un sogghigno prima di
rispondere:
<Davvero? Un giorno ti racconterò come li
ho beffati una volta… anche se oggi non è una cosa di cui vado tanto fiero.>
si rivolse a Occhio di Falco <Allora, che ne pensi?>
L’arciere sbuffò e rispose:
<Che forse hai ragione. Ok: tu e la
biondina avrete la vostra chance, ma siate rapidi e ricordate…>
<Sì, lo so: niente forza letale.
Tranquillo, nonostante il mio passato, non mi piace uccidere.>
Un breve viaggio in gommone, poi l’ultimo
tratto a nuoto. Il loro addestramento funzionò alla perfezione: il Soldato
d’Inverno e la Vedova Nera superarono in breve tutte le difese anti intrusi
dell’isola e come fantasmi vi si addentrarono.
Bucky era decisamente ammirato dal modo di
agire di Yelena, una vera professionista, efficiente rapida, brava. Qualunque
cosa potessero dire gli altri, per lui si meritava davvero il nome di Vedova
Nera. In più era una gran bella donna e lui doveva ammettere che la cosa non lo
lasciava indifferente.
Individuarono l’edificio che ospitava la
centrale energetica dell’isola ed in pochi attimi si sbarazzarono delle guardie
alla porta e vi entrarono.
C’erano solo un paio di tecnici seduti
davanti a dei monitor. Uno di loro si voltò sorpreso.
<Cosa…?> esclamò prima che un Morso di
Vedova gli facesse perdere i sensi.
Il secondo allungò una mano verso una
consolle ma il Soldato d’Inverno gli fu addosso prima che potesse completare il
gesto e lo mandò nel mondo dei sogni.
I due si volsero
verso il quadro comandi.
<La cosa più semplice sarebbe far saltare
tutto.> disse Yelena.
<Escluso.> replicò Bucky <Non
sappiamo che tipo di salvaguardie ha inserito il Teschio: magari inneschiamo
un’esplosione nucleare o peggio. Meglio non rischiare e limitarsi a spegnere il
sistema difensivo.>
<Come vuoi.>
Dopo che lo ebbero fatto Yelena chiese:
<Secondo te, quanto tempo abbiamo prima
che qualcuno si accorga di quel che abbiamo fatto?>
<E chi lo sa? Dieci minuti, mezz’ora al
massimo direi. Dovrebbero essere sufficienti ai nostri amici per sbarcare e
raggiungerci.> rispose Bucky.
<E se qualcuno dovesse arrivare qui prima
di loro?>
<Li fermeremo. Un po’ di uomini armati non
mi spaventano di certo.>
Yelena fu colpita dalla convinzione con cui
lui aveva parlato come se davvero credesse che un reparto di uomini armati ed
addestrati non fosse un problema. Ed era così, naturalmente. Era lo stesso tipo
di atteggiamento che aveva il Comandante Rogers, il che le fece venire in mene
una cosa a cui pensava da un po’.
<Dimmi una cosa: il Comandante Rogers è
l’originale Capitan America? Voglio dire... Bucky... i Vendicatori. La cosa è
piuttosto palese. In più, mettici due o tre cose incredibili che gli ho visto
fare da quando lavoriamo insieme e il quadro pare abbastanza chiaro. Cos’è, non
si fida di me?>
Bucky ebbe una lieve esitazione prima di
rispondere:
<L’originale Capitan America è morto non
lo sai? Gli hanno fatto pure i funerali solenni mi dicono.>
<Anche tu dovresti essere morto o
sbaglio?>
<Toccato. Tutto quello che posso dirti e:
chiedi a Steve. Se vorrà ti dirà tutto sul suo legame con Capitan America.>
<Sta arrivando gente.>
<Di già? Speravo di avere più tempo.>
Bucky fece un sorriso <Ad ogni modo volevo dirti che mi fa piacere battermi
al tuo fianco: sei una ragazza in gamba e sei anche sveglia.>
Lei ricambiò il sorriso e rispose:
<Anch’io sono felice di essere al tuo
fianco.>
Da
un’altra parte
Il Teschio Rosso osservava lo scontro
attraverso uno schermo. Doveva aspettarsi che i Vendicatori avrebbero provato a
cercare la sua base ma non si aspettava che la trovassero così in fretta. E chi
erano quei tre con i Vendicatori? La ragazza bruna con una variante
dell’uniforme dello S.H.I.E.L.D. aveva un’aria familiare, l’aveva già
incontrata? Nessun dubbio sull’identità della bionda: un’agente russa che
reclamava il ruolo ed il nome di Vedova Nera. Ma era il terzo ad attirare la
sua attenzione. C’era qualcosa in lui che trovava inquietante: il modo in cui
si muoveva, come combatteva gli era terribilmente familiare.
Fece uno zoom sul suo volto ed emise
un’esclamazione strozzata per poi dire:
<Non può essere… non può essere.>
Eppure non avrebbe potuto confondere quel
volto con quello di nessun altro, nemmeno con quello di Rick Jones o Jack
Monroe che tanto gli somigliavano. Era proprio lui, ne era sicuro: Bucky era
vivo!
Lo stupore lasciò il posto ad una gioia
selvaggia.
Attivò un microfono.
<Attenzione, qui è il Teschio Rosso. Degli
altri invasori fate quel che volete ma l’uomo con la mascherina e la ragazza
col costume di Capitan America devono essere presi vivi a qualunque costo.
Ripeto: a qualunque costo. Non tollererò fallimenti.>
Un
luogo segreto.
Ad un mondo di distanza, nella città di New York, l’uomo di nome Viktor
Dolnovich contemplava l’arma speciale che gli avevano appena consegnato.
All’apparenza sembrava un normale fucile con mirino telescopico ma non sparava
normali proiettili. Tecnologia A.I.D.[6]
gli avevano spiegato ma non gli importava molto. Quel che contava era solo il
bersaglio.
Prese accuratamente la mira, socchiuse l’occhio non puntato sul mirino e
lasciò partire il colpo centrando perfettamente la testa del bersaglio
posizionato davanti a lui.
<Un’arma perfetta.> commentò soddisfatto.
<<Sono lieto che l’arma
ti piaccia, considerato quanto mi è costata.>> commentò una voce che proveniva da un
microfono <<È stata concepita
appositamente per uccidere il tuo bersaglio ed impedirgli di tornare, Devi
essere sempre pronto per quando ti darò ora e luogo. Avrai a disposizione un
solo colpo, un’unica occasione, non potrai sprecarla.>>
<Non sbaglierò.> fu la sicura risposta di Dolnovich.
Isola
del Teschio.
Bucky e la Vedova Nera si trovarono
circondati da quella che era la crème
della crème dei sicari del Teschio Rosso: Crossbones, Sin, Madre Notte e il
gigantesco androide noto come il Quarto Dormiente.
<Bene bene bene... guarda che scarafaggi
che abbiamo trovato. È ora di chiamare le disinfestazione...>
<Tu devi essere Crossbones> dice la
Vedova Nera <Avevo sentito dire che parli come un idiota.>
<Senti che lingua velenosa... sarà un
piacere strappartela.>
Senza aggiungere altro, Crossbones premette
il grilletto della sua balestra speciale mirando al braccio destro di Yelena.
La ragazza fece per saltare lontano ma la sua mossa si rivelò non necessaria:
il dardo della balestra di Crossbones venne deviato nella sua corsa da una
freccia viola, subito dopo lo scudo con la stella tagliò l’aria per colpirlo
alla schiena, poi con un paio di rimbalzi ritornò nella mano della sua
proprietaria.
<TU!> esclamò Sin nel vedere Capitan
America.
<Si, e non sono sola!> esclamò lei.
<Crossy. Io e te abbiamo un conto in
sospeso...> disse Occhio di Falco incoccando un'altra freccia.[7]
<Sarò lieto di saldartelo, Occhio di
Pollo… con gli interessi.> ribatté Crossbones.
Il braccio destro del Teschio Rosso si fece
avanti minaccioso; Falco lo puntò con l’intenzione di colpirlo ma tutt’ad un
tratto davanti ai suoi occhi increduli l’immagine si triplicò, ponendogli
davanti ben tre Crossbones.
<Ma cos...>
Un secondo d’esitazione fu quello che bastò a
‘Bones per placcare l’arciere come un bulldozer, facendogli perdere l’attimo
buono per scoccare.
L’illusione ovviamente era stata merito delle
capacità di Madre Notte, andata in soccorso del suo compagno di squadra. Ma
anche Falco poteva contare sul sostegno di un alleata, e Donna Maria Puentes
non tardò ad attaccarla.
<Non ho mai visto Occhio di Falco
sbagliare. È colpa tua! Cosa gli hai fatto?> disse colpendola.
Madre Notte aveva una discreta abilità nella
lotta, ma di certo non poteva competere con l’addestramento da agente dello
SHIELD a cui Donna Maria era stata sottoposta. In pochi istanti l’ispanica mise
in chiaro la propria superiorità. Susan Scarbo capì di non avere chance contro
di lei, e l’unica opzione possibile in questi casi era la fuga: dal medaglione
che portava al collo partì un raggio oscuro, e davanti agli occhi di Donna
Maria divenne tutto nero come la pece. Con la sua avversaria momentaneamente
accecata, impossibilitata a spararle, Susan Scarbo ne approfittò per fuggire.
<Inseguila! Non farla scappare!> le
ordinò Occhio di Falco mentre si batteva con Crossbones.
<Non guardare le ragazze mentre sei in
campo, Falchetto... rischi di farti male!> esclamò questi mentre lo
abbatteva con un calcio.
<Voglio proprio vedere come farai a fare
il Robin Hood quando ti avrò cavato l’occhio...> disse poi, mentre la sua
lama da polso calava lentamente verso la pupilla di Falco <Dovrai farti
cambiare nome in codice, bello!>
Clint Barton cercava di resistere con tutte
le sue forze, ma ‘Bones pareva decisamente più forte di lui.
Lo avrebbe di certo accecato se il
Vendicatore non lo avesse colpito con un calcio dritto in mezzo alle gambe.
<”Ouch!”
fa male eh? Scommetto che Capitan America non ti ha mai colpito lì, vero? Ma io
non sono un boy scout...so giocare sporco.... >
<Ti... scuoierò vivo per questo...>
Fu come un momento di blackout: il raggio oscuro
di Madre Notte l’aveva privata della vista e le aveva impedito di prendere la
mira. La donna ne approfittò per rifugiarsi tra gli alberi e con tutta
probabilità tenderle un’imboscata. Donna Maria, recuperata la vista,
s’avventurò nella boscaglia pistole spianate. Doveva assolutamente catturarla.
Era uno dei luogotenenti del Teschio Rosso e chissà quante informazioni aveva
con se.
Passo dopo passo cercava di percepire il
benché minimo rumore che potesse rivelarne la posizione, finché finalmente udì
effettivamente qualcosa... un respiro pesante, come di qualcuno che stesse
soffrendo. Andò verso quella direzione e appoggiato ad un albero vide Occhio di
Falco, con un coltello piantato in un fianco.
<Oh no... no! Occhio di Falco!> gridò
disperata, vedendo il suo alleato in un lago di sangue.
<Tieni duro, io...> ma non appena gli
si avvicinò Falco svanì come se non fosse mai stato lì.
<Ma cos...> capì troppo tardi di essere
caduta in una trappola.
Madre Notte le arrivò alle spalle e cercò di
strangolarla con un laccetto.
<Muori, puttana latina...> le disse
Madre Notte.
Donna Maria lottò con tutte le sue forze.
Sentì mancare il fiato. Con un gesto disperato tirò indietro la nuca di scatto,
colpendo con una testata al volto la sua avversaria. Il dolore si fece largo
nel cervello di Susan Scarbo, facendole lasciare al presa e permettendo a Donna
Maria di riprendere fiato. Entrambe erano stese a terra, in preda ai dolori.
Donna Maria allungò la mano e raggiunse la sua pistola e con quella, prima che
Madre Notte potesse tentare un altro dei suoi trucchi, le sparò un dardo
narcotizzante alla coscia, mettendola K.O.
Nel frattempo, Falco e Crossbones ripresero
da dove erano rimasti.
<Sai, Occhio d’Anatra, devo ammettere che
non ti facevo così tosto... ho sempre pensato che fossi una fighetta che si
nascondeva dietro una gran mira... è un vero peccato che tu non abbia il minimo
di credibilità tra noi criminali. Ucciderti non mi darà alcun credito, invece
vale la pena ammazzarti.> disse Brock Rumlow portando dei colpi che però non
andarono a segno.
<Morirò di noia, se continui a parlare in
continuazione... ma non ti stanchi mai di sentire la tua voce?> rispose
Falco mentre evitava i suoi colpi. Le sue parole in compenso lo portarono
indietro con gli anni, a quando Cap... Steve lo obbligava ad ore e ore di
allenamento nel combattimento corpo a corpo “affinché tu non sia indifeso anche
senza arco e frecce”. Quante volte le abilità acquisite da lui gli avevano
salvato la vita, nel corso degli anni? Sentimenti contrastanti si fecero largo
nel suo cuore, provocando in lui una grande rabbia che sfogò in quel duello.
Colpiva con rapidità e precisione, ma ‘Bones era un
lottatore più esperto, o quantomeno più abituato a battersi. Doveva escogitare
qualcosa. Crossbones andò a segno con un terrificante gancio sinistro, poi con
un calcio destro. Falco su costretto in ginocchio. Bones afferrò il suo arco
con l’intenzione di usarlo come clava contro di lui.
<Che ne dici se ti spacco il cranio con il
tuo stesso gingillo, Freccetta? Sarebbe un bel modo per andarsene.>
Falco però fu più rapido, afferrando dalla
sua cintura una punta di una freccia e gliela infilzò nella coscia.
<AAAAAAAAAAAAH!!! Brutto figlio di…>
Si portò le mani nella ferita lasciando
andare l’arco. Falco lo afferrò prima ancora di fargli toccare terra e come un
battitore di baseball lo colpì alla testa con grande forza. Crossbones crollò e
Occhio di Falco trionfo lo fissò mentre era disteso a terra, privo di
sensi.
<Adesso finalmente terrai la bocca
chiusa...>
Eliveicolo
dello S.H.I.E.L.D.
La gigantesca fortezza gigante era un
bersaglio allettante per le Sentinelle, ed era proprio questo il piano di Nick
Fury. I caccia si erano alzati in volo e stavano difendendo l’Eliveicolo,
assieme ai potenti cannoni di bordo, ed erano persino riusciti ad abbattere un
paio di robot giganti.
<Cinque Sentinelle in avvicinamento,
signore!> avvisò uno degli ufficiali.
<Massima energia alle armi; il giorno in
cui lascerò che un nazista conquisti Washington appenderò l’uniforme al chiodo>
rispose il Colonnello Nick Fury.
I cannoni mancarono però completamente il
bersaglio: nonostante la loro stazza, le Sentinelle avevano una manovrabilità
incredibile. Misero rapidamente fuori gioco gli armamenti dell’Eliveicolo, e
circondarono la fortezza preparandosi ad un attacco in massa.
Iron Man sfondò il petto di una Sentinella,
schivando i raggi degli altri robot e facendo esplodere una testa dopo l’altra.
Polaris bloccò magneticamente una delle Sentinelle prima che si abbattesse su
uno dei motori a repulsione dell’Eliveicolo, scaraventandola addosso alle altre
Sentinelle.
Iron Man si fermò per un attimo a mezz’aria,
fissando Nick Fury attraverso lo schermo.
<<Quando tutto questo sarà finito dovremo fare
due chiacchiere, Fury>>
<Non vedo l’ora, Testa di Ferro>
rispose Fury, mordendo con forza il sigaro.
Isola
del Teschio.
Il gigantesco Quarto Dormiente colpì il
terreno, facendo tremare l’intera struttura. Lo scudo di Capitan America e due
frecce esplosive di Occhio di Falco non fecero il benché minimo danno.
Capitan America fece appena in tempo a
recuperare lo scudo per parare una coltellata da parte di Sin.
<Non farti distrarre: sei mia> disse
Sin con un sorriso omicida sulle labbra.
Si erano già scontrate in passato ed era
finita con Capitan America svenuta a causa di un colpo di pistola passatole
vicino alla tempia anche se poi Liz Mace aveva avuto la sua rivincita. [8] Ora le due avversarie si stavano studiando in
attesa di vedere chi avrebbe fatto la prima mossa.
Alla fine fu Sin a farla vibrando un calcio
rotante che Cap evitò a stento.
<Sei brava, lo ammetto.> disse la
figlia del Teschio Rosso <Ma io sono migliore.>
Non erano solo vanterie, Cap lo sapeva: Sin
era stata addestrata in tutte le discipline di lotta a mani nude così come
nell’uso di ogni arma bianca o da fuoco. Era anche matta come una mandria di
cavalle e questo la rendeva ancora più pericolosa.
<Mi hai risparmiato la fatica di venirti a
cercare. > disse <Mio padre ti vuole viva… ma scommetto che non si
arrabbierà se ti riporterò un po’ ammaccata.>
<Nei tuoi sogni.> replicò Liz. La sua
nemica poteva essere anche in gamba ma lei era Capitan America e se doveva
mostrarsi degna del compito che le era stato affidato, questo era il momento e
poi aveva un bel po’ di frustrazioni personali da scaricare e una come Sin era
proprio il bersaglio adatto.
Le due donne iniziarono quello che si poteva
definire un balletto di mosse e contromosse in cui all’inizio nessuna delle due
sembrava prevalere sull’altra, poi Capitan America prese nettamente il
sopravvento e cominciò a incalzare Sin.
<Maledetta!> esclamò la figlia del
Teschio Rosso sfilando la pistola. Ormai era così furiosa da dimenticare le
direttive del padre ma Liz le vibrò un calcio al polso.
<Niente armi, ricordi?> le disse in
tono ironico.
<Non mi servono le armi per ammazzarti,
puttana, mi bastano le mani.>
E saltò contro di lei.
Il Quarto Dormiente continuava a procedere
sulla propria strada, completamente indifferente alla pioggia di frecce
esplosive, Morsi di Vedova e bio-pungiglioni.
<Okay, cose in cima ai dejà vu che
eviterei volentieri? Trovarsi davanti un altro Hulk!> protestò Wasp.
<Come si fa a combattere una cosa del
genere!? E’ un carro armato vivente!!!> disse la Vedova Nera.
<Per favore, dimmi che non abbiamo mai
combattuto qualcuno con quel nome> aggiunse Wasp.
<Non che io ricordi, Janet. Provate a distrarlo mentre io…> rispose
Occhio di Falco, interrotto dalla Vedova Nera che lo spinse di lato mentre il
Dormiente si preparava a scagliare un raggio energetico dalla bocca.
<ATTENTO!!!>
Il raggio fece crollare la parete, separando
il gruppo da Capitan America e dal Soldato d’Inverno; il Quarto Dormiente si
preparò a finire i bersagli, ma Wasp iniziò a volargli attorno bersagliandolo
di continuo con i propri pungiglioni. Senza fare il benché minimo danno.
<Gente, mi sa che ci serve un pungiglione
più grande!!!> protestò Wasp.
<Ci penso io> disse la Vedova Nera,
gettandosi sotto le gambe del Dormiente per sgusciare alle sue spalle.
Il robot si voltò di scatto per colpirla; se
l’avesse fatto, avrebbe ridotto la russa in poltiglia. Invece la Vedova Nera
gli saltò sulla schiena e si strinse alla sua testa. Una freccia magnetica
bloccò la mano del Dormiente al torso, impedendogli di attaccare: la Vedova
Nera ne approfittò per infilare entrambe le mani nella bocca del robot un
istante prima che attivasse il suo raggio distruttore, e scatenare la piena
potenza del Morso di Vedova direttamente al suo interno. Il Quarto Dormiente
crollò a terra, lasciandosi dietro una Vedova Nera con il fiato corto ed una
Wasp alta pochi centimetri su una spalla.
<Niente male per una principiante, niente
male davvero> si complimentò Janet battendo le mani.
<Non ditemi che voi Vendicatori fate
questo genere di cose ogni giorno>
<Solo nei giorni di riposo>
sdrammatizzò Occhio di Falco.
Il Soldato d’Inverno aveva schivato per un
pelo il crollo causato dal Dormiente, ed ora osservava Capitan America
combattere contro Sin chiedendosi se intervenire o no. La ragazza scelta da
Steve per rimpiazzarlo era davvero in gamba. Una ragazza come Capitan America…
quando lui e Steve avevano cominciato sarebbe stato impensabile ma oggi le cose
erano diverse e anche le donne erano diverse, doveva abituarcisi.
Avrebbe fatto meglio a pensare meno al
passato e concentrarsi sullo scontro.
Fu probabilmente perché la sua attenzione era
concentrata altrove che non si accorse della figura giunta alle sue spalle
finché non parlò:
<Bucky Barnes… quanto tempo…>
Avrebbe riconosciuto quella voce dovunque
anche se erano passati anni dall’ultima volta.
Il Soldato d’Inverno si voltò di scatto
esclamando:
<Teschio Rosso!>
<Ja
mein freund, proprio io. Sono contento che tu sia vivo, così potrò
ucciderti sotto gli occhi del tuo mentore come ho sempre sognato di fare.>
<Maledetto!> urlò Bucky saltandogli
addosso, ma il Teschio lo evitò facilmente e lo colpì pesantemente alla nuca
col taglio della mano. Era decisamente più rapido di quanto Bucky ricordasse.
<In questo corpo ti sono fisicamente
superiore.> proclamò <Molto più di quando eri solo un insolente ragazzino
ed anche allora non eri alla mia altezza.>
“Continua a parlare”, pensò il Soldato “Dammi
il tempo di…”
Il calcio lo colse in pieno volto prima che
potesse rialzarsi.
Mentre cadeva si chiese come avesse fatto il
Teschio a diventare così agile… era come… come Steve.[9]
Allungò la mano ad afferrargli la caviglia ma
improvvisamente sembrò che qualcosa gli esplodesse in testa e ricadde svenuto.
Il Teschio Rosso mormorò.
<Se vuoi qualcosa fatta bene, devi fartela
da solo.> attivò un comunicatore e disse <Dottor Zola… ADESSO!>
Dal terreno emerse una gialla figura informe
che avvolse il Teschio e lo svenuto Bucky per poi sollevarsi a mezz’aria in
forma sferica.
Contemporaneamente una figura simile emerse
alle spalle di Capitan America avvolgendola in spire che la immobilizzarono,
<Ma cosa?> esclamò la ragazza tentando
di liberarsi solo per scoprire che quelle spire erano resistentissime Prima che
potesse anche solo pensare ad un modo per liberarsi, la strana massa gelatinosa
si espanse fino a rinchiudere lei e Sin poi si sollevò da terra e sotto gli
occhi stupefatti dei presenti si fuse con l’altra sfera a formare un tutt’uno:
una specie di navicella che schizzò via a velocità insospettata.
<Ben fatto, mio Fantaccino.> disse il
Teschio rivolto alla nave vivente di Arnim Zola.
<Padre…> intervenne Sin <Perché non
mi hai lasciato fare? L’avrei sconfitta, Non dovevi…>
<Silenzio!> ribatté il Teschio Rosso
con un tono che non ammetteva repliche <Non è più il tempo dei giochetti,
quello che conta è il risultato.>
Si rivolse alla prigioniera:
<E così tu pretenderesti di essere Capitan
America? Che cosa ridicola. La tua carriera durerà meno di quella di tuo
fratello.>
<Tu… l’hai ucciso tu!> esclamò Liz
furibonda cercando di liberarsi.
<L’avrei fatto volentieri ma qualcun altro
mi ha preceduto e se mai dovessi scoprire chi è… potrei anche ucciderlo per
avermi privato di questo piacere. Adesso, però, ho altro a cui pensare… ma
prima…>
Sul “pavimento” del Fantaccino si aprì una
specie di oblò da cui fu possibile vedere l’isola artificiale sottostante,
ormai in lontananza. Il Teschio estrasse una specie di telecomando dalla
cintura e premette un pulsante. L’isola fu scossa da una tremenda esplosione
per poi essere avvolta da una palla di fuoco.
Il Teschio rise e prese in mano lo scudo di
Cap contemplandolo per un attimo, poi disse:
<Ed ora a Washington a tutta velocità: è
ora dell’atto finale.>
Washington
D.C.
<NON MOLLATE, CONTINUATE CON QUESTO
RITMO!> gridò Steve Rogers, certo che i suoi compagni fossero in ascolto. La
battaglia contro le Sentinelle stava andando per le lunghe e per quanto i
Vendicatori non cedessero di un solo millimetro, erano ancora in svantaggio.
Anche in mezzo alle figure imponenti delle Sentinelle, alle scie che Iron Man,
War Machine e Wonder Man si lasciavano dietro, gli occhi acuti di Steve Rogers
non poterono non notare una familiare figura massiccia e informe planare verso
il Lincoln Memorial. Una figura a lui tristemente nota.
<Non può essere che lui.> pensò, poi
esclamò:
<Voglio una copertura totale a ore tre,
adesso!>
<<Rogers, dove…>>
<Non discutere Iron Man, fallo e
basta!>
Il tono autoritario del suo ex alleato non
ammetteva repliche e il Vendicatore corazzato eseguì la manovra.
Evitando macerie, auto ribaltate e frammenti
di robot come in una corsa ad ostacoli Steve Rogers correva verso la sua meta. Una
volta entrato nel tempio, avanzò verso la statua del presidente Lincoln e
subito si accorse che il suo triste presagio era fondato.
<Mio Dio...>
Il volto di Abraham Lincoln era stato
deturpato, trasformato in un macabro teschio rosso. Era il marchio inequivocabile
del nemico.
<TESCHIO! VIENI FUORI!> gridò a
squarciagola.
<Eccomi Herr Rogers ...non c’è alcun bisogno di strillare... questa è una
rimpatriata tra vecchi amici.>
Il Teschio uscì dall’ombra, mostrando il suo
orrido volto sfigurato. Dietro di lui, sua figlia Sin puntava la sua Luger su Steve.
<E in una rimpatriata perfetta…>
riprese il nazista <… non può mancare questo adorabile oggetto!> da
dietro la schiena tirò fuori l’inconfondibile scudo di Capitan America.
<Maledetto... cosa le hai fatto?> disse
Steve, con la mascella serrata.
<Fräulein
Mace è stata invitata... al contrario dei tuoi amici che ho fatto saltare per
aria... e non è la sola!>
Con incedere teatrale il Teschio fece un
gesto e dal soffitto del tempio colarono giù due filamenti “pastosi” del
Fantaccino, da cui spuntarono i corpi, sottosopra e privi di sensi, di Liz Mace
e Bucky Barnes.
<LIZ.... BUCKY!> urlò Steve alla vista
dei suoi amici.
<Quest’oggi Rogers chiuderò tutti i conti
con te, i tuoi alleati e la tua Nazione! E dopo, tutto il mondo tremerà
nell’udire il nome del TESCHIO ROSSO!>
CONTINUA SU VENDICATORI 90!
NOTE DEGLI AUTORI
“M-Ma come? Ci siamo persi qualche numero?” No
amici, niente di tutto questo; questo episodio continua direttamente da
VENDICATORI 89, dove gli eroi più potenti della Terra non solo hanno scoperto
che Steve Rogers è ancora vivo, ma che lo è anche Bucky Barnes e che i due
hanno messo su una squadra di controspionaggio! Come se questo non bastasse, il
Teschio Rosso, quello originale, ha scoperto come utilizzare le Sentinelle per
i suoi scopi assassini.
E le conseguenze le
avete viste in questo apocalittico episodio!
Su Vendicatori 90 la
conclusione di questa fantasmagorica storia. Washington D.C. è sotto il tallone
del Teschio Rosso, le Sentinelle minacciano di raderla al suolo e massacrarne
gli abitanti ma i Vendicatori ed i Vendicatori Segreti non si arrenderanno
costi quello che costi.
Nel prossimo episodio
di questa serie, invece, i nostri eroi saranno alle prese con le conseguenze
della grande battaglia finale.
Il nostro
assolutamente disinteressato consiglio è di leggerli entrambi.
Carlo, Carmelo & Fabio
[1]Defense Intelligence Agency.
[2] Come narrato su Invaders Vol. 1° #1/2 (In Italia su Capitan America, Corno, #107/108).
[3]Tantissimo tempo fa su Avengers Vol. 1° #6-7-9/11 per quel che ricorda lei (Prima edizione italiana su Thor, Corno #13/14-16/18).
[4]Avvenne su Invaders Vol. 1° #5/6 e Marvel Premiere #29/30 (In Italia su Capitan America, Corno, #111/114).
[5] Il servizio segreto estero israeliano.
[6]Avanzate Idee di Distruzione, organizzazione criminale separatasi dall’A.I.M.
[7]Vedi Occhio di Falco MIT #15.
[8] Capitan America MIT 54/55.
[9] Attualmente la coscienza del Teschio Rosso occupa un corpo clonato dalle cellule di Steve Rogers e quindi gode dei benefici, diciamo così, del siero del supersoldato